
Quando si ricerca uno shampoo anticaduta
Quando una persona inizia a notare che i propri capelli cadono più del normale, qualunque sia la causa, può essere che inizi a informarsi su come agire per invertire questo processo. In questi casi, il primo tipo di prodotto che si cerca è il fantomatico “shampoo anticaduta”. Un prodotto del genere è facile da inserire nella propria routine e non spaventa quanto l’idea di iniziare ad assumere un farmaco. Tuttavia, non è detto che questi shampoo miracolosi mantengano davvero le promesse degli spot che li pubblicizzano. Vediamo più nel dettaglio cosa sono e come funzionano per capire meglio quale sia la loro portata effettiva.
La definizione di shampoo anticaduta
Come suggerisce il nome, uno shampoo anticaduta nient’altro è che uno shampoo, vale a dire un prodotto con il quale lavarsi i capelli, ma che allo stesso tempo, oltre a lavare, dichiara di fornire le sostanze di cui lo scalpo e i capelli hanno bisogno affinché questi ultimi crescano sani e non cadano.
Già a partire da questa generica definizione è però possibile notare una leggera incongruenza. Lo shampoo, di per sé, ha il solo scopo di pulire cute e capelli, quindi com’è possibile che aiuti a combattere una patologia quale la calvizie?
Perchè lo shampoo anticaduta non funziona
In particolare, lo shampoo resta troppo poco sulla testa per portare davvero a un’azione del genere. Se si sta sotto la doccia in media una decina di minuti è evidente che lo shampoo resta sulla testa solo per un lasso limitato di tempo prima di venir completamente sciacquato via dall’acqua. Questo tempo non può essere sufficiente affinché alcun principio attivo penetri la barriera epidermica. Non è un caso che il farmaco a uso topico per il trattamento della calvizie, il Minoxidil, debba restare in posa almeno 2 ore.
Problema numero 2: la perdita di capelli è nella maggior parte dei casi dovuta all’azione di un ormone, il DHT, sui follicoli del cuoio capelluto. Il DHT è un ormone derivato dal testosterone a seguito dell’azione di uno specifico enzima chiamato 5-alfa-reduttasi. Per agire davvero sull’alopecia androgenetica lo shampoo anticaduta dovrebbe quindi agire inibendo questo enzima, come fa la Finasteride. La Finasteride tuttavia è un farmaco sistemico la cui versione topica non ha mai dato particolari risultati. E’ molto difficile quindi immaginare che un prodotto topico, che oltretutto resta in posa solo per pochi minuti, riesca davvero ad avere un’azione anti-DHT.
Gli shampoo a base di estratto di serenoa repens potrebbero invece avere un potenziale diverso. Serenoa repens è un estratto naturale che davvero ha comprovati effetti anti-DHT, perciò ha senso immaginare che se aggiunto a uno shampoo possa effettivamente combattere la calvizie. Tuttavia, di nuovo sorgono alcuni problemi. Come la Finasteride, anche Serenoa Repens si è rivelato efficace se assunto per via orale, non a uso topico e non soprattutto se resta in posa così pochi minuti.
Efficacia di detersione e INCI
Se lo scopo dello shampoo è sempre quello di pulire, allora perché ne esistono così tanti in commercio, con etichette che promettono cose così diverse e anche con prezzi alle volte molto differenti? Questo sembra suggerire che davvero gli shampoo non siano tutti uguali e in questo c’è del vero.
Per comprendere in cosa differiscano, l’azione più sensata è quella di osservare la lista di ingredienti che contengono, così da andare a vedere effettivamente cosa ci si sta mettendo sulla testa.
Nell’analisi dell’INCI, la lista degli ingredienti, si può far caso ad alcuni nomi che identificano diversi tipi di sostanze. Una composizione può o meno buona caratterizza di conseguenza uno shampoo più o meno buono.
Componenti da evitare
- Parabeni:nient’altro sono che dei conservati, con contro effetti considerevoli quali azioni negative sul sistema endocrino e un comprovato potenziale cancerogeno.
- Siliconi:si trovano con i nomi di dimethicone, cyclopentasiloxane, cyclomethicone etc. Lo scopo dell’inserimento di siliconi negli shampoo, e soprattutto nei balsami, è quello di garantire un risultato estetico migliore a seguito del lavaggio. Il silicone crea una patina intorno al capello facendolo sembrare sano e luminoso anche se al di sotto il capello non è davvero in ottime condizioni. Non si tratta quindi di una sostanza necessariamente dannosa, ma neanche in grado di risolvere davvero i problemi dei capelli. Inoltre, i siliconi sono sostanze particolarmente inquinanti per l’ambiente.
- Solfati:sono comuni negli shampoo più economici e di peggiore qualità. Svolgono la funzione di tensioattivi dalle proprietà detergenti e schiumogene. Non sono sostanze necessariamente nocive o tossiche, ma sono particolarmente aggressive. Di conseguenza, chi ha una pelle sensibile può sperimentare a seguito dell’uso di shampoo contenenti queste sostanze fenomeni di forfora, secchezza e prurito sul cuoio capelluto. Sono sostanze particolarmente economiche perché derivate dal petrolio e di solito sono indicate con le sigle SLES (Sodium Laureth Sulfate) e SLS (Sodium Lauryl Sulfate).
Cosa deve fare uno shampoo di qualità?
Appurato che gli shampoo hanno lo scopo di pulire testa e capelli e che difficilmente agiranno davvero contro la calvizie, ma appurato anche che gli shampoo non sono tutti uguali, vediamo cosa è bene ricercare nella scelta del proprio.
- Per non irritare la pelle il ph dello shampoo deve rispettare quello del cuoio capelluto. Così non risulterà troppo aggressivo e non intaccherà il mantello idrolipidico che protegge la pelle naturalmente.
- Lo shampoo deve pulire adeguatamente la pelle dello scalpo senza irritarla, ma piuttosto riequilibrandola in modo da evitare fenomeni come prurito, secchezza e seborrea.
- Se si lavano i capelli frequentemente, è opportuno usare shampoo delicati.
- Un buon shampoo non deve essere aggressivo nei confronti delle ghiandole sebacee perché la reazione di queste in questi casi è di produrre ancora più sebo.
- Anche il prezzo gioca la sua parte. Bisogna cercare una via di mezzo. Se troppo economico di solito presenta una cattiva composizione, ma d’altro canto 50 euro sono sicuramente troppi e ingiustificati.
- L’INCI deve presentare dei principi attivi nei giusti dosaggi. Dosaggi minimi di principi attivi utili solo a sbandierarne la presenza sull’etichetta ma non porteranno alcun risultato effettivo.
- L’INCI deve essere il più pulito possibile. L’assenza di SLS, SLES, parabeni e siliconi garantisce una maggiore salute per la pelle.