Report dalla Turchia. La situazione in una clinica di trapianti FUE d’eccellenza

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Lettera agli editori del dott. Tayfun Oguzoglu

Report dalla Turchia. La situazione in una clinica di trapianti FUE d’eccellenza

Tayfun Oguzoglu, MD. Istanbul Turkey.

Quando iniziai a eseguire trapianti di capelli, nel 1997, la mia maggiore preoccupazione era lasciare solo una cicatrice molto piccola in area donatrice. Per questa ragione, ho partecipato a molti workshop e ho imparato nel dettaglio la tecnica insegnata dai più grandi pionieri del metodo FUT.

La tecnologia è in continua evoluzione e ancora oggi continuiamo a crescere e ad adoperarci insieme con lo scopo di creare linee frontali artistiche e naturali e di trovare la corretta soluzione di conservazione. Ogni giorno ci troviamo di fronte a un nuovo prodotto e a nuovi strumenti.

Immediatamente fui attratto dalla FUE, di cui si iniziò a parlare durante i congressi ISHRS e nelle pubblicazioni del 2003. Il mio primo contatto fu Alex Ginzburg. Dopo aver parlato con lui per un anno, organizzammo il nostro primo FUE Workshop a Istanbul nel 2004. Io, così come altri amici che parteciparono, pensavo fosse impossibile poter imparare, tuttavia il Dr. Ginzburg è un ottimo insegnante e ci spiegò la FUE seguendo principi molto semplici, eseguendo operazioni su pazienti per due giorni. Ci spronò e incoraggiò e continuare a esercitarci senza paura.

Ripensandoci, capisco di essere riuscito a eseguire i miei primi trapianti proprio grazie al coraggio che lui mi aveva trasmesso e devo ammettere che la mia prima operazione, con 500 estrazioni, ha avuto una durata di due ore e mezza. Non oso nemmeno pensare alla transection rate.

Sto raccontando questa storia perché vorrei incoraggiare quei chirurghi che ancora realizzano trapianti FUT e che vorrebbero offrire anche la FUE, ma non sanno come cambiare, o quei medici che vorrebbero iniziare a eseguire trapianti. Alcuni dottori decidono di soddisfare la richiesta di trapianti FUE facendoli realizzare ai tecnici. L’unico modo per evitare che questo accada è fare della formazione del medico una priorità. Io raccomando di imparare da colleghi esperti con dei training pratici.

Vorrei spiegare brevemente quale sia la situazione attuale in Turchia: solo a Istanbul hanno sede circa 300 cliniche che eseguono FUE ma, sfortunatamente, solo in 20 di queste le operazioni sono eseguite dai chirurghi. Non sappiamo esattamente quante delle 300 cliniche abbiano le necessarie autorizzazioni ma sicuramente sappiamo che vengono eseguite 500-1.000 operazioni FUE ogni giorno.

Ancora più interessante è il fatto che nel 90% delle sessioni non sono estratte 1.000 o 2.000 graft, ma il numero varia tra le 5.000 e le 8.000. Tuttavia noi chirurghi sappiamo bene che, perché siano estratte così tante graft, è necessario che la densità in area donatrice sia molto alta. Io mi dispero quando leggo che alcune cliniche, nei loro siti web, dichiarano di superare ogni record innestando 11.000-12.000 graft. Questi numeri sono richiesti anche da pazienti provenienti da Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia o anche Canada che, vedendo che noi offriamo 3.000 graft, decidono di ignorare i nostri 20 anni di esperienza, e preferiscono altre cliniche dove ciarlatani offrono 5.000-6.000 graft. Questa situazione rappresenta un grande pericolo per noi e per i medici di tutto il mondo.

In queste condizioni, la maggior parte dei pazienti che raggiunge una clinica richiederà 3.000-5.000 graft durante la fase di consulto. La maggior parte dei pazienti a cui io raccomando una combinazione di FUT e FUE, poiché durante il consulto mi rendo conto che questa sia un’opzione migliore rispetto alla FUE, mostra i report di queste cliniche che dichiarano che più di 5.000 graft possano essere innestate.

Noi membri dell’ISHRS dobbiamo offrire più training sulla tecnica FUE e sulla combinazione di FUT + FUE, o queste cliniche illegali continueranno a moltiplicarsi traendo vantaggio dalle mancanze della regolamentazione in tutto il mondo.

Come tutti sappiamo, la tipologia di capello, la densità e tanti altri fattori sono elementi determinanti da tenere in considerazione per la scelta tra tecnica FUT o FUE. Se con la FUE non abbiamo molto margine di successo, forse combinando FUT e FUE è possibile ottenere numeri soddisfacenti.

Noi dell’ISHRS dovremmo prestare attenzione soprattutto a due aspetti: innanzitutto è opportuno rendere i pazienti più consapevoli e in secondo luogo dobbiamo supportare maggiormente i nostri membri, che dovrebbero essere più istruiti e più informati sulla tecnica FUE e sulla combinazione FUE + FUT, condividendo con loro le nostre esperienze e conoscenze. Penso che sia necessario lavorare maggiormente su questi due punti.

La tecnica FUE è descritta nel dettaglio non solo a congressi e workshop organizzati per medici appartenenti all’ISHRS, ma anche individualmente da chirurghi esperti, ed è mostrata con chirurgie live o in video.

La FUE ha iniziato a diventare una tecnica strettamente legata alla tecnologia e ciò mi spaventa molto, poiché la FUE manuale è ormai quasi dimenticata. Tuttavia noi abbiamo iniziato tutti con la FUE manuale e abbiamo poi optato per strumentazioni FUE per ottenere maggiore velocità mentre insegniamo agli studenti. Avevamo solo 2 occhi e 2 mani all’inizio che, combinati con la nostra conoscenza, ci davano il risultato desiderato.

Al giorno d’oggi, se non usi lo strumento FUE più innovativo ti viene detto che avrai una transection rate molto alta con conseguenze disastrose. In altre parole, le continue “lotte” tecnologiche influenzano le nostre chirurgie FUE.

Recentemente ho visto un prototipo FUE a una fiera di strumentazioni mediche in Turchia. Con questo nuovo sistema, il medico evidenzia la zona donatrice e la zona ricevente su un monitor e il robot estrae e innesta le graft contemporaneamente. Il direttore dell’azienda afferma che sia possibile trapiantare 2.500 graft in 90 minuti. Nei video 3D che ho visto, ho notato che alcuni punti devono essere migliorati, ma se l’azienda dovesse trovare sufficienti finanziamenti, tra pochi anni potremmo incontrare un robot FUE che non ha bisogno di un medico per l’operazione.

In questa discussione sull’high-tech e sulle sofisticate tecniche FUE, vorrei sottolineare l’importanza della condivisione della nostra esperienza con i principianti.

Per entrare nel mondo della FUE, ritengo sia necessario comprendere i principi basilari del lavoro e iniziare seguendo tali principi. Una buona coordinazione tra occhi e mani è sufficiente per cominciare. È importante capire che non abbiamo bisogno di giocattoli tecnologici, o rischieremo di perderci tra discussioni troppo sofisticate.

In quanto specialisti FUE appartenenti all’ISHRS, il nostro compito è condividere la nostra esperienza e incoraggiare nuovi colleghi. In caso contrario, i prodotti high-tech non necessiteranno più di un chirurgo per la FUE e dei robot FUE ci sostituiranno come fossero veicoli non guidati da esseri umani.

Se stai aspettando sul bordo del fiume, potresti pensare di riuscire a non annegare servendoti di un tecnico per l’esecuzione dell’operazione. Io suggerisco di non farlo. Tuffati in acqua e inizia a nuotare. Vedrai che sarai capace di farlo con l’aiuto dell’ISHRS e dei tuoi colleghi.

 

Nota editoriale del Dott. Finner

Ringrazio il Dott. Oguzoglu per il suo report i suoi spunti di riflessione. Concordo sul fatto che ci troviamo ad affrontare un problema serio con i trapianti eseguiti ormai in tutta Europa da team turchi composti esclusivamente da tecnici.

Sembra che tutto abbia avuto inizio a causa di carenze nella regolamentazione e ora è difficile riacquistare il controllo e ostacolare tali situazioni. Oltre a migliorare la consapevolezza del pubblico e agire legalmente cosa possiamo fare?

Penso che sia importante comunicare che il trapianto di capelli è un’operazione chirurgica complessa che porta a un cambiamento di immagine permanente e che, quindi, richiede la presenza di un chirurgo. Si potrebbe essere tentati di banalizzare la procedura per convincere più pazienti, ma ciò significherebbe svalutare il nostro lavoro.

Sebbene la FUE sia poco invasiva, non è semplice, non è priva di rischi né di cicatrici. Consiste in un trapianto di tessuto umano per ottenere un risultato naturale, e non deve essere visto come un lavoro puramente meccanico. Molti passaggi possono essere eseguiti erroneamente e potrebbero nuocere al paziente. È altresì vero che la FUE non sempre rappresenta l’opzione migliore per ogni paziente, soprattutto se il paziente ha un’area donatrice limitata o capelli fini, tipici della popolazione dell’Europa centrale o del nord. Nessuno di noi dovrebbe promuovere la FUT o la FUE come l’unico metodo. Idealmente, ogni chirurgo dovrebbe essere in grado di eseguire FUT e FUE in modo da scegliere o combinare i metodi, a seconda delle caratteristiche del paziente.

Per riacquisire controllo sulla procedure e proteggere i pazienti, dobbiamo sottolineare che l’esperienza del medico è cruciale per la corretta diagnosi e per il trattamento. Essenziali sono un consulto personale con il paziente, la scelta della tecnica, la definizione del numero di graft da estrarre, l’analisi dell’area donante e di quella ricevente e la creazione di siti riceventi con la giusta distribuzione e direzione. Per quanto riguarda il numero di graft, a volte meno è meglio. I risultati positivi nel lungo termine rappresentano la scelta migliore. Formare esperti in grado di padroneggiare TUTTE le tecniche e gli aspetti della hair restoration è fondamentale.